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Spezzano, Modena, Italy
Inguaribilmente energetica, e contagiosa.

26 aprile, 2011

POSSA IL MIO GRIDO SOVRASTARE E SMORZARE IL CREPITIO DEI MOSCHETTI CHE MI DARANNO LA MORTE!




 

Il seitan è un alimento proteico ricavato dal glutine del grano tenero, o da altri cereali, come farro o kamut.

Lo manipolano a forma di cotoletta, o wurstel, per placare nei neo vegetariani l'istinto di sbranare carne.

Alessandra e Luca mi regalano un bello spaccato di vita familiare, prima di imbracciare basso e chitarra.

Mi sa proprio che ci fanno tutti quanti un po' storti.. per questa cosa qui, che ci viene paura così tanto facilmente.

Beh, poi.. facilmente per modo di dire.

Magari viene fuori dopo 15 anni che uno suona.

E improvvisamente, senza motivi apparenti, ti chiudi in macchina e non vuoi più uscire. Poi basta la prima canzone, e tutto si riposiziona nel modo giusto.

Magari una mattina ti svegli e decidi che non vuoi più suonare per altre persone.

Anzi, che non vuoi più suonare per niente.

Fino ad un attimo prima uscivi fuori sotto un cono di luce, imbracciando la fisarmonica, di fronte a mille persone.

Le canzoni ti scorrevano da dentro, e non avevi neppure bisogno di usare la testa, per passarle dal cuore alle dita.

Poi, ad un certo momento, non è più uscito nulla.

E non si sa se scriverai mai più una canzone.

Ma cosa ne so, io, della paura?

Che non ho mai sentito un solo sparo dal vivo?

Mi nonna mi ha protetto dalla guerra.

Raccontandomi solo la parte rassicurante. Di quei ferri da maglia molto larghi che servivano per fare i maglioni agli americani, che erano arrivati tutti vestiti leggeri, convinti di fare un tuffo nel sole e nel caldo del Mediterraneo.

Ma i ferri da maglia sono la fine della paura.

Nulla so di quello che è stato passare le notti in stalla, con il rumore dei bombardamenti.

Nulla so del freddo patito dal nonno sulla strada infinita di ritorno dalla Russia.

Intanto, qui la notte non è ancora finita.

Stringiti a me.

Appoggia la testa, e chiudi gli occhi.

Non c'è fuori il rumore di bombardamenti, ma la paura la conosciamo lo stesso. Ce la portiamo dentro in qualche gene sfuggito al controllo.

Ci fa ascoltare la musica con una profondità che fa venire le vertigini.

Ci fa piangere, di gioia, di sofferenza, o solo di bellezza.

Ma non bisogna avere paura di questo: che ci hanno fatti un po' storti, ma tutto quanto, alla fine, si riposiziona nel modo giusto.