Informazioni personali

La mia foto
Spezzano, Modena, Italy
Inguaribilmente energetica, e contagiosa.

25 agosto, 2011

SE IO FOSSI UN GIGANTE

 

"Senti questo!.."
Si chiamano armonici, e sono i suoni particolari che possono essere prodotti su un qualsiasi strumento a corda: questi sono armonici fatti con il basso.
Sono udibili  pizzicando una corda con la mano destra e sfiorandola con la sinistra, senza premerla, ad una certa altezza del manico dello strumento.
Ancora più difficili da trovare se il basso è senza tasti, fretless. Ma proprio per questo più preziosi. Non è il suono pastoso e fermo del basso, quello che ti dà l'incedere del pezzo senza via di scampo. Questo è molto più sommesso, intimo, morbido. Come il tocco sulla corda: non la ferma, e la senti vibrare sotto al polpastrello.
Marcello tiene il basso molto alzato, quasi sotto le ascelle. E visto che lui è uno spilungone allampanato e tutto curvo, l'effetto d'insieme quando suona è di vedere un basso sui trampoli.
Mi ha battezzato subito malissimo, Marcello; per essere entrata in sala prove senza tante cerimonie, per aver aperto la custodia della tastiera senza chiedere permesso, e per aver cominciato subito a suonare.
"E questa qui chi si crede di essere?"
Peccato che, in realtà, tutto quanto funzionasse a meraviglia. La tastiera prendeva al volo quello che tessevano con il ritmo lo spilungone e l'Ingegnere, alla batteria. Fede cantava e suonava quella sua chitarra piccola piccola, che sembrava un giocattolo.
Innumerevoli sere siamo riemersi dalla sala prove a notte fonda, con le orecchie che ronzavano e la faccia sorpresa dall'aria fresca.
Appena presa la macchina, la Uno 45 Sting grigia ribattezzata LUPA (con tanto di adesivo con il nome sul baule: un vero tocco di classe!), ho guidato subito fino a Magreta da Marcello, per fargliela vedere, tutta orgogliosa di essere diventata grande.
E subito abbiamo guardato se ci stava tutto, in macchina: se si riuscivano a stivare nel sedile di dietro basso/tastiera/cavi/sostegno/pedali. Se si escludeva completamente la visione nello specchietto retrovisore, ci stava tutto: l'ingombro era pari a caricare la Ulla, il cane San Bernardo di mio fratello. Che, però, aveva il vantaggio di poter mettere la testa fuori dal finestrino, contrariamente al basso e la tastiera che invece era meglio tenere dentro del tutto (con quello che li avevamo pagati, orcocane!).
Tante volte li abbiamo stivati sul sedile posteriore, per andare alle prove, ai concerti, a cazzeggiare per i fatti nostri, con anche la fisarmonica: come il pomeriggio che dovevamo incidere il nostro primo demo, quando abbiamo imparato che i registri della fisarmonica sono tenuti insieme con la cera, ed è buona norma non lasciarla mai in macchina, parcheggiata al sole.
Io sapevo, quando sono uscita fuori con la fisarmonica davanti a tutte quelle persone, al raduno dei Nomadi, che dietro c'era Marcello, con gli occhiali, il naso sottile e i capelli raccolti a coda di cavallo, e stavo tranquilla. Perché Marcello non sbaglia mai gli attacchi, e le mie sbavature sembrano quasi fatte apposta, unite a quella precisione ritmica millimetrica. Marcello sa suonare i pezzi di Pastorius. Marcello mi ha portato il disco degli Area autografato da Ares Tavolazzi.
Marcello fa gli esami di fisica, all'Università: macina formule facendo scricchiolare il gessetto sulla lavagna. E il professore gli fa una domanda difficilissima. Lui si ferma un attimo, cercando con le dita sottili i rari peli di una barba ancora in divenire, lo guarda e gli dice:
"Ma lo sa che me lo sono sempre chiesto anche io?".
Ora, dopo tanti anni, te lo posso dire: non valeva la pena rinunciare alla tournée per colpa di un moroso geloso!
Quella storia d'amore, o forse meno, è stata fagocitata dal tempo e dalla memoria. Così probabilmente sarebbe successo anche a noi, ed al nostro incredibile ed eclatante successo musicale.
Eppure le nostre canzoni io me le ricordo ancora.
E sai che ti dico?
Mi sono messa in testa di chiederti se suoni ancora Pastorius..

18 agosto, 2011

COMBINAZIONI ENERGETICHE RESPONSABILI PER RIEQUILIBRARE LA PRESSIONE DELL'UOMO SULLA TERRA


Taglia le zucchine a bastoncini verticali, lunghi più o meno 5 centimetri.

Guarda il telefono: deve arrivare un messaggio dall'ospedale. Ormai si sono rotte le acque già da un giorno e mezzo, e dovremmo quasi esserci.

Taglia nello stesso modo anche le carote.

Guarda di nuovo il telefono, e pensa a quando l'hai conosciuta, sugli spalti dello stadio a Parma. Ti ha guardato e ti ha detto: sì, vengo a giocare. E quella risposta, diversa dai 100 no a cui eri abituata e quasi preparata, ti fa sorridere.
Bisogna sminuzzare il prezzemolo, e tritare la cipolla. Fare sfrigolare fino all'imbionditura, e grattugiare un po' di scorza di limone, per il profumo.

Bassi, tocco, pausa... ingaggio. Non hai idea di cosa possa essere, una donna di fronte al suo primo parto. C'è chi lo aspetta con ansia, chi lo teme, chi prova tutte e due le cose contemporaneamente.

Prima le carote, in padella, che sono più lunghe a cuocere. Mezzo bicchiere d'acqua, e un getto di vino bianco. Poi le zucchine.

Ancora il telefono non dà segni. Forse prende male: prova a chiamare la Bomba.

10 minuti in padella: veloce veloce. Ultimo tocco di sale, e va fatto raffreddare.

Una julienne che accompagna la carne bianca aromatizzata.

E ancora il telefono non suona.

Dai, spingi. Che sei una pilona.
A presto.