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Spezzano, Modena, Italy
Inguaribilmente energetica, e contagiosa.

26 settembre, 2007

FILETTI DI TRIGLIA GRATINATI


Grattugiare il pane in un piatto. Aggiungere prezzemolo tritato e un po' d'aglio. Io metto anche il sale direttamente mescolato alla panatura. I filetti di triglia vanno fatti girare nella panatura, fino a che non siano tutti belli spolverati di pane e prezzemolo. Poi nel forno, caldo caldo, fino a che la crosticina non si compatta e assume quella bella sfumatura dorata.
Sono buoni. Buonissimi.
E in casa rimane il ricordo di questa bella mangiata per lunghe giornate.
Puoi aprire le finestre, puoi bruciare essenze. Pare che la triglia svanisca, e invece rimane in sottofondo, beffarda, e salta fuori appena ti distrai un attimo. Appena cedi le armi e non combatti l'odore.
Al terzo giorno di triglia, ti viene voglia di non cucinare mai più pesce in tutta la tua vita..
Al massimo, quando ti viene fame di mare, fai un salto su a Pavullo (in montagna!), al Principe, dove te la cavi anche con pochi euro! E, soprattutto, per combattere l'odore di triglia te la cavi con una bella salviettina aromatizzata al limone a fine pasto.

05 settembre, 2007

LA RICETTA DELLA FELICITA'


Me l'ha chiesta una persona.
Con tutta l'urgenza e la forza che ha un animo che non riesce a trovare pace.
Io non la so.
Ci si va vicino tante di quelle volte da perderci il conto.
Ma non si arriva mai alla perfezione.
Sembra quel vecchio impiegato di nome Grand, nella Peste di Camus: cercava di scrivere l'incipit ideale del grande romanzo, la perfezione letteraria che già dalla prima frase avrebbe fatto abbassare i cappelli dei critici. E la sontuosa giumenta saura continuava a percorrere il Bois de Boulogne, senza trovare pace. Tra una montagna di aggettivi che lo scrittore cercava di accostare senza essere mai soddisfatto. Una congiunzione in più o in meno. E l'andatura dei verbi che scandiva il trotto del cavallo condannato ad un'eterna passeggiata.
Ed il romanzo era diventato quella prima frase, rivisitata e rimaneggiata all'infinito.
Non ce l'ho la ricetta della felicità, mi dispiace.
Hai visto come scrivo le ricette di questo blog.
Non c'è mai un peso, una proporzione, una quantità definita.
So solo che se fai così, è buono.
Ma ci devi mettere un sacco di fantasia anche tu, perché le mie ricette, così come sono, non servono a niente. O meglio: servono solo a farti venire fame.