L'ho infine preso. Lo schiacciapatate.
All'inizio, per la cucina, mi sono procurata le cose fondamentali.
Poi, col passare del tempo, e diversi passaggi di carrello al supermercato, sono arrivata a collezionare anche gli strumenti secondari. Anche perché l'ultima purea tentata, per la Principessa e il mio Principe, era pericolosamente grumosa: colpa della tecnica primitiva e grossolana dello "schiaccia-con-la forchetta" (ma anche colpa della cuoca).
Il grumo è il nemico numero uno: significa un ingrediente non amalgamato a dovere. Significa poca pazienza, e poca dedizione. Ma ora ho uno schiacciapatate.
Con le patate uso l'accorgimento dello... shock termico. Prima di lessarle, si pratica un'incisione superficiale sulla buccia, in orizzontale, come un equatore della patata. Mezzora di ebollizione, con una manciata di sale nell'acqua. E subito dopo una doccia svedese di acqua gelata. Con una certa soddisfazione, potrete prendere le patate per le estremità, e sfilare la buccia, come se fosse un cappuccio di lana tolto dalla testa. Questo espediente, risparmia un tediosissimo lavorio di pelatura, tenendo conto del fatto che le patate hanno la spiacevole abitudine di infilarsi caparbiamente sotto le unghie. Con gran dispendio di tempo ed imprecazioni brutte.
Ed è qui che entra in azione il mio schiacciapatate. A parte ho già scaldato un pentolino con il latte, e le patate passano direttamente dallo schiacciapatate al latte. Nocette di burro, un po' di parmigiano (e se si usa il parmigiano, occhio col sale..) e un pizzico di pepe, una grattugiata di noce moscata.
Non bisogna frullare le patate per il purè!
Si rischia di ottenere una malta compatta di amidi, che si attaccherà alle pareti del palato e dello stomaco, ed impedirà di mangiare qualsiasi altra cosa per un sacco di tempo.
Due o tre minuti a fuoco lento, poi mangiare subito, appena la temperatura si sarà abbassata dal livello di ustione.
Lo schiacciapatate.
Gianca che mi regala un carro armato giocattolo "... perché è affine alla tua personalità".
Le battute sul dinosauro Wind che calpesta tutto quello che gli si para di fronte.
Basta.
E' ora di smetterla.
Non ho intenzione di essere la scusa per le scelte che fanno altre persone. Consapevolmente.
Avere il coraggio di dare un nome a ciò che succede, non significa affatto essere spietati.
Bisogna mettere la propria faccia, di fronte alla vita, in prima persona: perché è troppo comodo usare un carro armato per pararsi dai colpi! Si rischia di ridurre in purea se stessi, invece di difendersi. Ed, in ogni caso, anche il carro armato, dopo un po', si rompe i coglioni.