Maledizione, ci sono cascata un'altra volta.
Così come era arrivata, spero sempre che vada via. Era arrivata un ultimo dell'anno: gran magnata di pesce, al mare. E una sensazione strana dopo: mi sono ritrovata, a mezzanotte, mentre tutti festeggiavano, abbracciata ad un cesso, in preda al più sconvolgente subbuglio organico che mi fosse mai capitato. La sentenza: allergia! Non "allegria!" come direbbe il buon Mike.. ma proprio allergia, nuova di pacca insieme con la mia nuova seconda decade di anni.. E da quel triste capodanno, mi porto dietro questa maledizione, che mi tiene lontana (o dovrebbe) da totani, seppie, polipi, moscardini ed assimilabili. Ma la mia carne è debole, soprattutto in fatto di pesce (e chi ride, non dovrebbe). Tutte le volte che vedo un anello fritto e fragrante di totano, tutte le volte che vedo una zuppa densa da dove sbucano tentacoli fumanti come anelli di paradiso, tutte le volte che inciampo in una gratinatura assassina.. CI CASCO, dicendo che tanto non succederà. Stavolta. E invece succede, porco cane, TUTTE LE VOLTE! E gli occhi si aprono nel mezzo della notte, implacabili: lo stomaco è in fiamme, come se avessi inghiottito braci ardenti. Nessuna possibilità di dormire per il resto della notte. Un nervoso, contro me stessa, senza scampo: come è senza scampo la febbre che mi arde dal di dentro.
E tutte le volte sembra quasi che passi indenne: eravamo rimasti fino a mezzanotte a guardare un interessantissimo documentario su Nicola Pende e la pura razza italiana (!!!). Mi ero appisolata, sulla Grancula, sonnecchiando sui miei pensieri: come cavolo avranno fatto a tirare fuori questa storia della razza italiana, da un popolo miscellaneo, invaso da mezzo mondo.. mah! Razza sana, forte, e di robusta costituzione. Tanto che basta un anellino di totano per sbatterli al tappeto.