La preparazione comincia al pomeriggio, con l'impasto amorevole e la sensazione unica delle dita dentro questa stupenda materia cedevole. La pasta si amalgama, fino a raggiungere le dimensioni di un piccolo pallone da rugby, morbida e profumata di lievito. Coperta da un panno, lievita tutto il pomeriggio, mentre io sono a lavorare. E la sera mi accoglie, traboccante dalla terrina. Giro rapido di candele, lavanda nel brucia-essenze, Falanghina in frigo. Per me la sera più trasgressiva è stare a casa a mangiare e grattarmi la panza piena! Non so per quale motivo, i giorni prima di Pasqua sono un covo di inquietudine per molti.. notti insonni, nervosismi malcelati, ripicche e sbuffi scocciati. (Lo dico piano, ma) Io mi sento piuttosto tranquilla. Nel giardino crescono erbacce delle dimensioni di un bambino grande. Ma non voglio toglierle. Forse arriverà il giardiniere fattone dopo Pasqua, e ridarà un aspetto "gradevole" a quel lembo di terreno che è già diventato la vergogna del vicinato. Io me ne frego, e continuo a fare lo slalom tra giganteschi radicchi per entrare in casa. Domani di torna a Viadana, dopo la presentazione "ufficiale" al bel mondo del rugby formiginese, con il pranzo degli auguri alla Baracchina. Mi sento come alla vigilia del ballo delle debuttanti (anche se ho l'età di due debuttanti)..
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