Nella vita mi sono capitate molte cose che non mi dovevano capitare, e non mi è capitato quello che pensavo che mi sarebbe capitato.
L'anno del mio matrimonio doveva essere il 1995. L'avevo scritto a futura memoria nel mio diario di scuola, nella pagina dedicata ai compiti per le vacanze. Mi sono sposata 10 anni più tardi, con un altro uomo che non era quello delle mie originarie intenzioni.
Dovevamo avere dei figli. La suocera aveva già comprato le scarpine, una specie di incentivo, neanche tanto velato.
E invece figli non ne abbiamo fatti. O meglio: non insieme. Lui è stato più bravo di me.
Mi sono seduta al tavolo della birreria tirandomi dietro la Gazzetta dello Sport: la solita ricerca nelle ultime pagine, a cercare minuscoli trafiletti, i telegrammi del rugby. Stavolta parlano di Chabal, in un angolino, per dire che non sarà nella prossima nazionale francese.
Ma non ero certo lì per scroccare la Gazzetta dello Sport. E neanche per il carpaccio.
Ancora addosso il freddo del campo di allenamento, ostico e ghiacciato come non mai.
Lui aveva telefonato. "Sono arrivato lungo!": toh, chi l'avrebbe mai detto?! Sorrido tra le pagine rosa aperte davanti a me.
Ma, dopo la prevedibilità del ritardo, arriva invece una delle cose che credevo non sarebbero capitate nella mia vita.
Ha la barba selvatica. Ha addosso vestiti che non gli riconosco.
Ha una cosa da dirmi.
E subito non capisco neanche a cosa si riferisca.
Dicono che l'Italia sia l'ottavo miglior posto al mondo dove far crescere dei figli.
Prima ancora della Francia (penso a Chabal, e alla sua piccola creatura, che tiene tra le mani smisurate come se la raccogliesse con una ruspa).
Prima ancora della Germania.
Penso ai mucchi della spazzatura per le strade di Napoli.
Penso ai miei clienti e alle loro storie che custodisco archiviate ordinatamente nel mio armadio.
Penso ai miei genitori, quando hanno scoperto, ancora ragazzi, che dovevano passare molto velocemente dalla piena incoscienza alla responsabilità di tirare su una piccola, tremenda, petulante spaccamaroni.
E penso che, per il momento, sia meglio smettere di pensare al passato.
2 commenti:
Più che smettere di pensare al passato, sai come si fa a smettere di pensare al futuro? :)
Io avevo stabilito di sposarmi nel 2005....quindi per il 2015 devo preparare l'abito bianco? bene, ho tempo...:)
io avevo scritto nel diario di un amico che entro i 16 anni dovevo trovarmi una donna. dai...ancora 4 anni...
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