Me ne torno a casa.
Una spesa leggera, sul sedile anteriore della macchina. Che non ha la pretesa di ricostituire le scorte dopo le vacanze, ma che può dare consolazione per la fine delle ferie, e un buon accompagnamento goloso per la visione di Sweeney Todd (segnare tra gli appunti: mai prendere il pasticcio di carne al ristorante.. scrib scrib scrib...).
"Tutta mia la città", cantava il mio illustre compaesano Vandelli, e non certo quel bellimbusto con gli occhiali da sole troppo grandi che si permette di scaravoltare in levare il ritmo di alcune canzoni che stanno benissimo lì dove sono... ma non voglio pensare alle cose che mi fanno arrabbiare, ora. Il ragazzone con la cravatta avrà avuto i suoi buonissimi motivi, per lasciare i Casino Royale, e per fare una camionata di soldi.
Io ho tre lavatrici di roba da lavare, dopo le vacanze. Devo annaffiare i ficus sotto il portico e devo fare la puntura alla nonna, domani.
Ma per ora, è tutta mia la città. Ancora non fremono i preparativi per la sagra paesana, e tutti se ne stanno rintanati nelle loro tane, aspettando che evapori il caldo accumulato durante il giorno.
Entro in cucina.
Tutta mia la cucina.
Ma c'è qualcosa che non quadra.
E' un foglietto bianco sul tavolo.
"Cara Lara,
tuo padre ha avuto la brillante idea di far saltare la cucina un'ora prima di partire per le vacanze.
Dovrai andare avanti a insalate per una settimana.
Baci.
I tuoi geni(tori)"
Una settimana di insalate?
Il foglietto accartocciato descrive una graziosa traiettoria a parabola fuori dalla finestra.
Il foglietto accartocciato descrive una graziosa traiettoria a parabola fuori dalla finestra.
Non ho neppure intenzione di scaricare i bagagli, e la spesa ormai inutile e incucinabile.
Dietro-front, e si torna in Friuli, altro che insalate!
EPILOGO:
E cos'è successo, poi, alla cucina?
Un topolino.
Un minuscolo topolino di campagna.
Quatto quatto, si è riuscito ad infilare sotto le pesanti assi della pesante cucina in legno massiccio dei miei geni(tori). Ha trovato un bel cavo di suo gradimento, che ha rosicchiato ben bene, tenendolo fermo con le zampine, mentre si dava da fare coi denti.
E' rimasto lì attaccato, folgorato dal suo ultimo pasto.
Pessima scelta di ingredienti, per l'ultima cena.
Non tutti i topi nascono chef come il simpatico topino di Ratatouille.
Amen.
2 commenti:
povero sorcettu...
anche a me un paio di anni fa ne era entrato in casa uno, aveva fatto la tana sotto il lavandino della cucina, ma ero riuscito a portarlo in campagna.
E l'altro giorno in teatro una mia amica se ne è ritrovato uno davanti nel corridoio che porta alla platea. Pare ce ne sia una piccola colonia o perlomeno ua famiglia.
Ultimo aneddoto (poi ho finito, giuro), su internet ho scoperto che il colore blu di Ratatouille non era pura fantasia. In America esistono topi di un grigio quasi blu: eccone un piccolo esemplare http://newsimg.bbc.co.uk/media/images/44307000/jpg/_44307921_rat_416.jpg
porelli topolini dalle classiche e sane trappole siam passati alla sedia elettrica... mah mondo evoluto :(
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