Informazioni personali

La mia foto
Spezzano, Modena, Italy
Inguaribilmente energetica, e contagiosa.

20 novembre, 2008

ESTASI CULINARIE

Ho appena finito di leggere il primo romanzo di Muriel Barbery, scritto prima di essere sommersa dalla fama e dalle lodi per L'Eleganza del Riccio.
Un dramma consumato in tempo reale in un condominio signorile di rue de Grenelle: Monsieur Arthens, il miglior critico gastronomico del mondo, sta morendo.
Prima del trapasso intende ritrovare un sapore provato che non riesce ad individuare tra le migliaia di sollecitazioni alle papille della sua vita. E lo vorrebbe assaggiare di nuovo, prima di morire.
Inizia così la galleria dei sapori, un cibo ed una sensazione per ogni fase della vita. Con abbondante contorno delle persone che hanno accompagnato Arthens nella sua vita. Semplici compagni di tavola, o compagni di una vita. Non importa il ruolo. Importano i sapori, e gli odori. Anche il cane ha la sua parte, e la sua nuca che sa di pane appena sfornato.
Non dirò se, alla fine del libro, sarà o no ritrovato il sapore ultimo e sublime. Non posso neppure essere certa del fatto che esista davvero, il sapore ultimo e sublime.
Quel che voglio tenere stretta è questa sensazione di... indigestione.
Abituata a mettere giù "alla buona" le mie ricette e le mie storie, sono rimasta frastornata da questa ridda di aggettivi e sensazioni.
Ho preso l'aglio, come segno distintivo.
Perché è disprezzato, amato, odiato, celebrato per le sue proprietà medicinali. I cinesi insultavano i coreani chiamandoli proprio così: mangiatori di aglio.
Tiene lontani i vampiri, le zanzare. Ogni sorta di succhiatore di sangue. E fa bene al sangue, proprio: alla circolazione, al cuore. Ma danneggia il cuore, per allontanare ogni bocca dall'altra al momento del bacio. Olezzo che non si riesce a parare in nessun modo, se non peggiorando la situazione ed evidenziandone la presenza, per contrasto.
Aglio nella cucina quando fa da mangiare mio padre: che sa fare solo una cosa, in cucina, e tutte le volte la ripete, con consumata consuetudine. E' un sugo per i maccheroni. Nulla più che tre spicchi triturati direttamente sul piano di granito, spappolati con il dorso del coltellaccio (così da far sprigionare bene a modo tutto l'odore possibile). Imbrunitura veloce nell'olio bollente, cascata di pomodorini freschi e una pizzicata di basilico. Stop. E mai non manca di apprezzarne il risultato, alla prima forchettata di pasta. "Mmmmmh, che buono l'aglio!". Sì, buono. Ma già penso ai miei poveri clienti del pomeriggio, e se posso fare affidamento su una buona scorta di Vigorsol nella borsa.
Sarà forse questo il mio sapore primordiale, al momento giusto? Non saprei. Ce ne sono ancora talmente tanti, da scoprire.. O sarà come mi ha ricordato la Pri: che più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

allora, devo dire tre cose:
1 la Lara rulezza
2 Muriel Barbery dovrebbe essere mandata al'Asinara per aver scritto "L'eleganza del riccio" (lo so, sono l'unico al mondo al quale non è piaciuto)
3 però quella cosa della nuca del cane mi è piaciuta
4 a me l'aglio non piace tanto; nei tortelli e nell'erbazzone ne mettono tanto e preferirei di no
5 però è vera quella cosa sui vecchi e gli amici e mi sa che anch'io inizierò ad apprezzarlo pian piano
6 le cose sono diventate sei, va bè

Anonimo ha detto...

il ritmo, il tempo e il sapore della bagna cauda sono un rituale da provare-