Rimango con le chiavi a mezz'aria, nell'atto di aprire la porta.
Sta sulla maniglia.
Il sacchetto della spesa, floscio e ammainato, con dentro i miei 4 stracci.
Dicono che il succo di frutta più caro al mondo sia il succo di arancia bonsai. Per farne un litro, se ne spremono migliaia.
E costa quanto un piccolo appartamento.
Dev'essere veramente un cazzata, ma è la prima cosa che associo a questo sacchetto: un succo di una storia.
Anni di treni presi e aspettati. Anni di mancanza lancinante.
Anni di rabbia repressa, speranza sfumata, illusione e risveglio.
La distanza, poi la rottura.
E rimane questo sacchetto appeso alla maniglia della porta, a ricordarmi che non esistono strade diritte.
Non esiste la quiete conquistata, ma un equilibrio apparente e temporaneo.
Una bolla di rapporti che rischiano di esplodere.
Una vita in bilico.
La persona più cara che mi guarda, da sopra la federa di un cuscino, e mi dice: "Mi sembra di vivere in una gabbia di matti!".
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