Dunque, è questo lo scherzo!
Che improvvisamente ti cambia il gusto.
Il primo impatto, prima ancora di fare i conti con i mutamenti fisici visibili, è questo voltafaccia clamoroso del senso a cui sono più affezionata.
Scompare del tutto la sensazione di aver appetito, e ti rimane la fame, proprio.
Il fatto di sentire lo stomaco vuoto.
Ma senza il naturale slancio verso qualcosa che ti piace.
Una necessità di avere qualcosa dentro la pancia che ti possa attenuare il crampo all'imboccatura della gola.
E soprattutto, ahimè, la nausea perenne.
Che alto tradimento!
Mi ricordo quando mi avevano proibito di toccare cibi grassi per l'impennata di trigliceridi nel sangue: e anche lì era stato un duro colpo, ma almeno avevo ben presente in testa che avrei desiderato grandemente una bella fetta di salame odoroso, o il coltello che affonda nella bistecca con ampi fendenti e sugo saporito.
Invece adesso no.
Mi ritrovo stupita, davanti ad un piatto per cui prima avrei fatto follie, a guardare salire dal brodo vapori colmi di promesse, ad appoggiare il cucchiaio sconsolata, e deglutire a bocca serrata, reprimendo a fatica le sommosse interne.
E peggio ancora, invece, è la fissazione verso un unico cibo, che arriva all'improvviso, feroce, e senza via d'uscita.
Dritta alla testa, senza passare dallo stomaco.
Lunedì pomeriggio era gelato al pistacchio.
Ma vai a trovare una gelateria aperta il pomeriggio di Santo Stefano!
Ne abbiamo girate tre, prima di arrivare all'unica che ci ha accolto.
E ho aggredito il cono prima ancora che la cassiera staccasse lo scontrino dalla cassa, come una drogata.
Si dice che la qualità d'una gelateria vada valutata per la propria crema, e per il pistacchio.
Per la fedeltà agli ingredienti genuini, perché più il gelato è buono, più si dovrebbe riconoscere il sapore dell'uovo, del latte, e dei semi verdi, ben lontani dai pastoni industriali dai colori sgargianti ma dai gusti ingannevoli.
E, per tutti i numi tutelari dei gelatai, quel pistacchio era veramente buono..
Ma ingenuamente avevo dato per scontato che, insieme al pistacchio, fosse concesso anche il mio consueto abbinamento di cialda ripiena di panna montata.
Arrivata al bordo friabile del cono, finito il pistacchio, con il sentore grasso della panna, le porte si sono improvvisamente chiuse con uno schianto: non più una molecola sarebbe arrivata fino allo stomaco!
E già erano pronte le difese di rappresaglia, per rigettare tutto ciò che non era pistacchio..
I gusti son gusti, d'altronde. E a ciascuno è concesso di avere gusti differenti e variegati, soprattutto in tema di cucina.
Ecco...
Avevo messo in conto che ci fosse qualcuno in grado di cambiarmi la vita, ma non avevo considerato che qualcuno avrebbe cambiato il mio gusto.
4 commenti:
Brava Lara, leggo sempre volentieri i tuoi post...
Evviva il lettore misterioso! :)
Se ti viene voglia di tortellini, qui a casa dei tuoi cuginetti ne siamo pieni! (fatti dalla zia Adriana non da noi)
Tienici aggiornati!
Ciao da Marco e Sara
E brava djeia...vedrai che d'ora in avanti ogni momento, ogni mutamento (e saranno tanti), ogni sensazione nuova (e saranno tante) ti sorprenderà! Un bacione dal Friuli!! Spritz...anzi, come dici tu, Spliss!! :-DDD
Posta un commento