Informazioni personali

La mia foto
Spezzano, Modena, Italy
Inguaribilmente energetica, e contagiosa.

16 febbraio, 2007

SPIEDINI DI PESCE ALLA GRIGLIA



Maledizione, ci sono cascata un'altra volta.
Così come era arrivata, spero sempre che vada via. Era arrivata un ultimo dell'anno: gran magnata di pesce, al mare. E una sensazione strana dopo: mi sono ritrovata, a mezzanotte, mentre tutti festeggiavano, abbracciata ad un cesso, in preda al più sconvolgente subbuglio organico che mi fosse mai capitato. La sentenza: allergia! Non "allegria!" come direbbe il buon Mike.. ma proprio allergia, nuova di pacca insieme con la mia nuova seconda decade di anni.. E da quel triste capodanno, mi porto dietro questa maledizione, che mi tiene lontana (o dovrebbe) da totani, seppie, polipi, moscardini ed assimilabili. Ma la mia carne è debole, soprattutto in fatto di pesce (e chi ride, non dovrebbe). Tutte le volte che vedo un anello fritto e fragrante di totano, tutte le volte che vedo una zuppa densa da dove sbucano tentacoli fumanti come anelli di paradiso, tutte le volte che inciampo in una gratinatura assassina.. CI CASCO, dicendo che tanto non succederà. Stavolta. E invece succede, porco cane, TUTTE LE VOLTE! E gli occhi si aprono nel mezzo della notte, implacabili: lo stomaco è in fiamme, come se avessi inghiottito braci ardenti. Nessuna possibilità di dormire per il resto della notte. Un nervoso, contro me stessa, senza scampo: come è senza scampo la febbre che mi arde dal di dentro.
E tutte le volte sembra quasi che passi indenne: eravamo rimasti fino a mezzanotte a guardare un interessantissimo documentario su Nicola Pende e la pura razza italiana (!!!). Mi ero appisolata, sulla Grancula, sonnecchiando sui miei pensieri: come cavolo avranno fatto a tirare fuori questa storia della razza italiana, da un popolo miscellaneo, invaso da mezzo mondo.. mah! Razza sana, forte, e di robusta costituzione. Tanto che basta un anellino di totano per sbatterli al tappeto.

15 febbraio, 2007

TURTLEIN E TURTLAZ

 
Ahi.. croce e delizia! Da buona emiliana DOC, non esiste pranzo di domenica senza un cerchio numeroso e familiare di piatti fumanti sulla tavola. Ma c'è anche molto di più: c'è un chiacchiericcio fitto fitto di signore con scialli di lana fatti all'uncinetto. C'è un foglio di pasta gialla uniforme che esce da mattarello, su cui il palmo della mano si vede in controluce con un'ombra appena accennata. C'è il dito che ruba nella ciotolona del pesto.. E c'è una grande vergogna: da piccola, mia nonna ha provato tante volte a farmi fare i tortellini. Ma non mi venivano mai. Troppo ripieno, troppo poco, tortellini tristi, sghembi, precari e apribili.. E così sono diventata una "rezdora" a metà. Ma non è mai troppo tardi: i ragazzi di Bosco Albergati organizzano il corso di recupero. "Corso pratico di preparazione della sfoglia e chiusura del tortellino, a mano, nel rispetto della tradizione". 4 serate, i venerdì di marzo. C'è tempo ad iscriversi fino al 20 febbraio. Telefonando al 349.8321802.

10 febbraio, 2007

SPREMUTA

 
Quando la chiedi al bar, ti guardano in cagnesco. Perché ci vuole un po' di preparazione e dopo c'è un sacco di roba da mettere in lavastoviglie (beh, proporzionalmente al risultato, s'intende). Sarebbe tanto più semplice ordinare un bel succo d'arancia compero, tòc del tappo che si svita ed elegante travaso nel bicchiere. E invece no: mannaggia a tutti i pavidi che temono i mali di stagione. Un etcì, e già si brama la vitamina C in tutte le sue forme. Ma chissà se è vero che la vitamina svapora dopo appena 7 minuti dall'avvenuta spremuta dell'arancia? Per non sbagliare, si ingolla tutto d'un fiato. Senza zucchero, mi raccomando. E no, non ci voglio dentro un po' d'acqua minerale, grazie.
Ieri sera seconda serata di selezione del già Arezzo Wave, ora Italia Wave. Mi hanno messo alla gogna per una mia malsana predilezione (che, per vero, ho definito più che altro "tenerezza") per una masnada di rockers vecchio stampo, un po' fracassoni e fuori moda. Ma che male c'è? It's only rock 'n' roll.. rilassatevi e godetevela, che siamo qui per divertirci. Il Tuareg era teso come un pugno ossuto puntato ad antenna contro il cielo (citazione). Ma verso la fine della sera è riuscito per fortuna ad abbassare la guardia, complice anche un giro della morte musicale come non se ne vedevano da eoni.. Caro il mio isterico: metti pure a nanna il cervello, che il tuo cuore è caldo come il centro della terra.

08 febbraio, 2007

LA COTOLETTA



La cotoletta è un gesto d'amore.
Me la fa la Ninni, quando sono a pezzi. Se sto bene, va di minestrone (con le croste di Grana fatte ammorbidire dentro, e me la vedo mentre col mestolo va a cercare, in modo da farmela sempre arrivare "casualmente" nel mio piatto). Ma se il colorito delle guance tende al verdino, l'unico rimedio è la cotoletta. Lei comincia alla mattina presto: batte la carne ben bene, e la ammolla nell'uovo tutto il giorno, mentre lei è al lavoro, in modo che l'uovo entri in tutte le fibre della carne. Eppoi non so come sia, ma la sua panatura è la porta del paradiso: crocca tantissimo. E' una corazza a carne tenera. Non ha un grumino, una sbavatura. E' perfetta.
Anche ieri sera sono andata di cotoletta. Abbiamo varcato la soglia della Queen Brasserie io e Fabbri insieme: a momenti, a vederci di nuovo insieme, a Franco e la Lella gli veniva una sincope. Poi tutto regolare, ci hanno sfamato come duemila altre sere. Io ho preso la cotoletta, e ho pensato che con Fabrizio non l'avevo mai presa. Un volto così familiare, eppure non ritrovo più quel profilo come una volta.. Nove mesi di distanza, non mi sembra neanche vero. Ho pianto solo una volta, quasi verso la fine. Stavolta sono stata quasi brava..