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La mia foto
Spezzano, Modena, Italy
Inguaribilmente energetica, e contagiosa.

20 ottobre, 2008

CROSTATA DI MIRTILLI


L'impatto col terreno è accecante.
Il dolore pulsa dal bacino e si irradia fino al cervello.
Più forte, sul momento, è il richiamo del campo.
Mi alzo in piedi.
Non ci riesco. Crollo di nuovo a terra.
"Marco, sostituiscimi!"
E cerco di raggiungere il bordo del campo sui gomiti. Niente da fare.
Apro gli occhi, ed è una fetta di cielo, tra i visi piegati su di me.
C'è un dottore con la barba sale e pepe, che mi chiede se riesco a muovere le gambe: no, altrimenti sarei riuscita a stare in piedi, e ad uscire dal campo. C'è la Marta, l'Alle che mi accarezza il viso e, chinandosi, mi punta il ginocchio proprio sul centro pulsante del dolore. Urlo.
Ennio, con la faccia sottosopra, perché si è abbassato proprio sopra la mia testa. Mi prende la mano: "Sono qui". Marco, scusa... non aver paura... è solo una botta. Giro la testa: la Cannavaro piange. No, Serenita, non piangere. Io piango, ma è la rabbia per dovervi lasciare qui. Senza di me. Me ne vado, sull'ambulanza. Sento gli applausi delle ragazze, e le Foxy che gridano, solo per me: "CEL'HAICONMEEEEEEEEE?!". Vedo il tetto dell'ambulanza dal di dentro: brutti ricordi, di un incidente tanti anni fa. Tagliano le scarpe, che non si riescono a sfilare. Ho freddo, tanto freddo. La maglia da gioco, ancora addosso, ancora sudata.
Mi posano sul lettino delle radiografie. Il contatto con la superficie gelida e rigida mi fa fare un balzo. Artiglio la spalla del dottore che sta localizzando la botta, e lui smette di premere, intimorito. Un lampo di luce, e subito rientrano i due dottori. Guardano la lastra: "Niente di rotto".
Chiudo gli occhi, libero un ringraziamento al cielo. Esco sulla barella urlando: "NON E' ROTTOOOOO!!", e subito parte il giro delle telefonate. Non è rotto. Non è rotto.
Non è rotto.
Stai con me, Ennio. Stanotte, stai con me.
Non ho idea di cosa significhi vedere cadere a terra la persona amata. E vedere che non si rialza.
Non aver paura.
Non è rotto.

08 ottobre, 2008

"NON PIANGERE CHE PARTO, PREGA PERCHE' TORNO"


 
(Scritto sul portellone posteriore di un camion,
stamattina, in tangenziale a Modena)
(ci sta anche bene, dopo un post sui congiuntivi)


Hanno demolito la Cantina Pedemontana. Nel mese di ottobre, sulle strade di Spezzano, giravano sia le Ferrari, fresche di fabbrica e da provare sui percorsi della gente comune (e mortale, ci tengo a sottolineare: perché la morte è la prima cosa che ti viene in mente, quando sei lì con la tua Uno45Sting a velocità di crociera, e un bolide sparato a 160 km/h ti accarezza il paraurti sciabolando in velocità, e lo spostamento d'aria ti catapulta sul marciapiedi..), sia le baraccane cariche d'uva che scendevano giù dalla montagna, cariche di uva, in direzione Pedemontana a Sassuolo.
Era bello, perché prima si vendemmiava: ricordo i walkman a cassette, con le compilazioni che mi preparava apposta il postino di Spezzano, Suto, chitarra e voce dei Tacchini Selvaggi. E' stato grazie a lui che ho sentito per la prima volta Sweet Home Alabama. Ed è per sua cagione che rabbrividisco di ribrezzo tutte le volte che ascolto Kid Rock.
Certo: l'effetto scenico era notevole.. Suiiiiiitooooomal'bama, sculettando malamente lungo le pendenze dolci delle colline modenesi, tra mia nonna che scuote la testa per questa nipote matta che le è capitata geneticamente chissà da dove, e tutti gli amici reclutati forzatamente per un pomeriggio. Dita viola, vespe che sbucano a tradimento dai grappoli succosi, con grande spavento. E alla fine il giro trionfale sul trattore, che ripaga di tutta la fatica, per arrivare giù alla Pedemontana. Oh, ci si mette una vita, a quella velocità. E ti superano tutte le Uno45Sting, ma anche i motorini, ma anche le biciclette. Fa bene fare a velocità ridotta i percorsi che si fanno tutti i giorni a velocità normale. Si vedono molte più cose. E scopri che sei innamorata della tua terra più di quanto ti saresti aspettata.
Oggi sono passata a velocità normale davanti alla Pedemontana.
Non una Uno45Sting, ma la mia Pallina Daewoo Matiz.
E non c'era.
Ho frenato.
Sono tornata indietro.
Ho guardato quel vuoto, dietro ai cartelli del cinema Perla della Veggia (Hancock, ancora).
Sarà blasfema, ma era l'effetto di quando sono arrivata a Ground Zero.. BUM.
Detriti. E macerie.
Anche su a casa, in Calvanella, c'erano detriti, ma in mezzo ai quei detriti oggi pomeriggio è stato posato il primo tubo che porterà il gas ad alimentare la mia nuova cucina. Ci vorrà un po' di tempo, forse, ma le ricette stanno tornando. E il tempo della vendemmia è passato senza baraccane cariche d'uva. Sweet Home Calvanella.