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Spezzano, Modena, Italy
Inguaribilmente energetica, e contagiosa.

11 marzo, 2009

PUTIZZA


 
Dolce tipico triestino, preparato in particolare per le festività pasquali. Il ripieno è simile a quello del presnitz, e la pasta simile a quella della pinza. Simile anche alla gubana delle Valli del Natisone, per il miele e uva passa.
Me ne hanno portate un sacco e una sporta, di putizze, le ragazze di Trieste. E anche birra artigianale, e confettura, e... ussignur. Non riuscitò mai a finire tutto da sola!
La casa era piena di gente in ogni dove. In sala, nelle camere, nel corridoio. I miei vicini devono aver guardato con stupore quel pulmino giallo parcheggiato nel cortile: CUS Trieste..
"Trieste?".
Ma sappiate, cari vicini, che dovete ancora cominciare ad abituarvi alle stranezze di questa ragazza appena trasferita sugli Appennini.
Il mattino è stranamente calmo, per essere l'alba di una giornata di gioco. Tazze di latte, cuscini, il sole scintillante che filtra dalle tapparelle. E quest'aria trasparente, lucida di tanti giorni passati di pioggia.
Prima della partita, però, sale la tensione come sempre.
Passo davanti a tutte quante. E prendo la loro testa tra le mie mani, per sapere se ci sono, se sono lì, se sono con me. Il primo calcio attutisce tutti i rumori fuori dal campo, come sempre. Si sentono le voci delle Foxy. Si sente anche il cuore che batte.
E' gioia. E' rabbia. E' vita.
La squadra funziona bene come non mai.
Vedi l'ovale che viaggia ai lati, e ritorna, con la cadenza di un metronomo.
E funziona tutto come deve funzionare.
Vedo da lontano Ennio, che calcia con furore un pallone contro la rete. Che c'è? Chissà se le bimbe di Trieste sono state bene?
Passano le ore, diluite all'infinito per la mancanza di arbitri.
Mi sorprendo a pensare che non siamo più la squadra simpatica. Prima venivano tutte lì, a ridere, a scherzare. Grandi pacche sulle spalle, come per dire: "Non te la prendere, è un mondo difficile!".
Ora ci tifano anche contro.
Normale. Non rimpiango i tempi della squadra simpatica. E non sono contenta: non mi basta mai.. Alla fine, dopo la finale, stringo le mandibole per non piangere, per il nervoso, di quella meta che ha fatto la differenza. E ancora una volta, la vittoria ci scivola davanti. Sempre più vicina, ma non ancora raggiunta.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma è la stessa cosa della Gubana?

E, un'altra domanda, perchè i tuoi post sono tutti senza titolo? Guarda che nei feed vengono malissimo.

djlara ha detto...

E' più ripiena della Gubana.
E che cosa sarebbe un "feed"?
Parla come mangi, Giovanni. Soprattutto qui dentro.. :D