Grattugiare il pane in un piatto. Aggiungere prezzemolo tritato e un po' d'aglio. Io metto anche il sale direttamente mescolato alla panatura. I filetti di triglia vanno fatti girare nella panatura, fino a che non siano tutti belli spolverati di pane e prezzemolo. Poi nel forno, caldo caldo, fino a che la crosticina non si compatta e assume quella bella sfumatura dorata.
Sono buoni. Buonissimi.
E in casa rimane il ricordo di questa bella mangiata per lunghe giornate.
Puoi aprire le finestre, puoi bruciare essenze. Pare che la triglia svanisca, e invece rimane in sottofondo, beffarda, e salta fuori appena ti distrai un attimo. Appena cedi le armi e non combatti l'odore.
Al terzo giorno di triglia, ti viene voglia di non cucinare mai più pesce in tutta la tua vita..
Al massimo, quando ti viene fame di mare, fai un salto su a Pavullo (in montagna!), al Principe, dove te la cavi anche con pochi euro! E, soprattutto, per combattere l'odore di triglia te la cavi con una bella salviettina aromatizzata al limone a fine pasto.
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