Quando le persone che mi fanno l'onore di essere mie amiche, ma che vengono da lontano, si trovano a transitare nei paraggi, le conduco in gita nel posto più strano che io abbia vicino a casa. Che non è sicuramente il museo Ferrari (tzè!), bensì le Salse di Nirano.
Non è ancora il momento della ricetta: le salse in questione non sono commestibili, ma hanno molti altri effetti collaterali positivi. Trattasi di fenomeni vulcanici per cui... com'è, come non è... il metano esce dalla pancia della pianura padana, e si tira dietro un fango acido che corrode ogni forma vegetale nei dintorni. Raccontata così, non sembra molto attraente: e invece, sotto la luna placida, si vedono dei crateri alti un paio di metri, che borbottano allegramente metano a intervalli irregolari.
Paesaggio molto particolare, non certo di questo pianeta.
Che sarebbe meglio visitare di giorno, lo so: ma vuoi mettere l'effetto di queste candide piramidi naturali che si stagliano contro il cielo stellato?
E poi il fango delle Salse di Nirano ha molti effetti positivi: lascia la pelle morbidissima, e non bisogna sottovalutare l'importanza di una pelle morbida sulle mani al momento giusto.
E' vero che al sabato mattina bisogna alzarsi presto per spazzolare via il fango secco dai vestiti (i quali certo non traggono alcun beneficio dal trattamento termale!), ma ne vale comunque la pena.
Andiamo a raccogliere i viandanti lungo la strada, per raggiungere il punto di partenza ufficiale della gita, a Bologna: c'è l'Olga, con sguardo bellicoso già alla mattina presto, gli occhi determinati di un John Belushi che dice: "Sono in missione per conto di Dio!". C'è la Robbb, debitamente rinfrancata dal trattamento-benessere dell'Azienda Agricola Mammi (Tigelle-Fango-Notte al freddo, e dove min***a sono le coperte di lana?). C'è Ubo, che si presenta all'appello con sgargiante maglia Arlecchino e borsa medica da cui spunta un salame ed il collo di una bottiglia di Malvasia.
E poi c'è la Lara: ligia alle istruzioni ricevute dal comitato delle Fashion Consultants, indossa vezzose ballerine, jeans attillati, maglia gnocca e tutti gli accessori come si deve... orecchinicollanaanelli, goccia di profumo al muschio bianco, capello stirato e lucidalabbra alla fragola. Un'arma di seduzione di massa, praticamente.
La Robbb sceglie la colonna ufficiale del viaggio, che sarà "O brother, where art thou?" fino alla domenica sera.I bolognesi ci riservano un'accoglienza tiepida, all'inizio, per una naturale forma di timidezza superata con difficoltà dopo i primi trenta secondi. Anzi, avremmo avuto modo di rimpiangere, in seguito, questo breve intervallo di riservatezza.
La sosta all'autogrill è stata un'apparecchiata (sì, sì, proprio coi tavoli) di torte salate, gnocco ingrassato alla pancetta, provola affumicata e salumeria assortita, con gran giramento di bottiglie di vino. L'unica che cercava di mantenere una parvenza di ordine era la Lucy, nella veste ufficiale di accompagnatore della squadra (accompagnatore, non accompagnatrice, mi raccomando: che tutte le parole con cotanto suffisso conducono inesorabilmente a battutacce becere!): "Dai, ragazzi... fate a modo, che tra un'ora giocate!".
Qualcuno assentiva, compunto, continuando a masticare.
Il comitato di benvenuto a Udine era costituito da una meravigliosa Paola, che ha fatto in modo che ci arrivasse una birra in mano appena dopo il primo saluto. E anche il grande brò Muggs, che ormai vedo più spesso di mia madre.
L'Orso era già in campo, e non stava più nella pelle (d'Orso) per la voglia di giocare.
I bolognesi si dileguavano negli spogliatoi, per riemergere con tenute impeccabili (numeri intorno al 65 e al 70, con una spiccata preferenza per il 69.. lettere U, P.. boh.. va' a capisc'). Nelle altre squadre militavano old bellissimi, come un sontuoso Gandalf il grigio, con ginocchiera, che non ha esitato nel prosieguo ad esporre il torace alla pioggia battente, con i fili argentei del petto e della barba che scintillavano stillando acqua e sudore.
O il nostro Capitano, senza numero, come per dire: "Che bisogno c'è, del numero? Soun mè!".
O l'ala che ha scivolato lungo la linea del campo con l'abilità di un Francescato, e dopo aver giocato tutta la difesa avversaria, subiva il tradimento del fiato: finendo la benzina, a 5 metri dalla linea di meta, e fermandosi. Affranto come un Dorando Pietri alla fine della maratona..
Riconosco una nuca da lontano, e vado in agitazione.
Sarà un pomeriggio così, di sguardi che si collegano a distanza e sorrisi.
La pioggia comincia a battere sui gradoni, inesorabile. Le mie ballerine fanno "squeak squeak" ad ogni passo, e il pensiero vola alle mie Fashion Consultant, con un anatema: di avere le vesciche ai piedi ad ogni paio nuovo di scarpe, da qui all'eternità.
Il terzo tempo regala un po' di clemenza metereologica. Ne approfitto per cambiarmi ballerine/maglietta gnocca con un'accoppiata più congeniale alla sottoscritta: Airwalk/maglietta "Ma ce l'hai con me?". Ora va meglio.
Vado subito a rompere le scatole al gruppo musicale, perché mi facciano cantare Roxanne dei Police. Ma tanto il gruppo è subito subissato dai cori dei bolognesi, molto più potenti e molesti, che tengono bene la scena con i pezzi forti del repertorio, dalla Fèra ed San Lazèr, alla Gigiàza.
E la Lara dov'è?
Con un aiuto provvidenziale, ed una spinta per i pantaloni degna da terza linea centro, la Lara è volata via, per un tempo che potevano essere cinque minuti, e invece era di più.
Un colpo di clacson della corriera, a risvegliarsi dal sogno, e gli applausi scroscianti con i cori da stadio per il rientro trionfale alla realtà.
Ben venga la penombra ondeggiante della corriera; meno graditi gli orrendi peti alla cipolla di un autore sconosciuto, rimasto anonimo per tutto il tragitto.
La carovana arriva a Langhirano nel pieno della nottata, con le ultime energie residue, e forse senza neanche quelle. La mia buona notte alla Robbb rimane sospesa nel buio, con una frase scandita da una pausa di circa otto ore.
Il giorno dopo tocca a me.
Non si possono lasciare sei persone affamate intorno a una tavola!
Tagliare la cipolla non troppo finemente, perché dovrà raccogliere e trattenere l'aroma del basilico. Soffritto con olio, sale e pepe. Pomodorini ciliegini tagliati in quattro, a cui vanno tolti tutti i semi e la polpa. Una scottata nel soffritto, prima di aggiungere latte e basilico. E' qui che il basilico (tagliato in striscioline, con le forbici) comincia a rilasciare aroma, ed è il momento migliore per aggiungere le noci, pestate ben benino. In ultimo la polpa di pomodoro, che va fatta cuocere fino a che non diventerà un po' scura. Nel frattempo, le trenette dovrebbero essere già cotte a puntino.
Sul piatto, prima di servire, una generosa spolverata di Parmigiano Reggiano.
E per continuare, cotolettone ed insalata, e le fragole con la malvasia, preparate da Ubo.
Si parla meglio, con la pancia piena.
Anche di questa terra schietta, in cui vale la pena trascorrere la vita: in quale altro posto al mondo esistono le "smaggiate" (il 1° maggio si ruba tutto ciò che si trova all'esterno delle case, trattori, carretti, macchine, e si porta nella piazza cittadina: così, i legittimi proprietari sono costretti ad andarsi a riprendere la roba, tutti insieme. E' una lodevole iniziativa che favorisce l'aggregazione sociale..)? O in quale altro posto si ribattezzano affettuosamente i monumenti con nomi appropriati come "L'Inculèè", "La Bùness'ma", "I Dùù Brazèè"?..
Dove altro si potrebbe andare, per cercare di essere felici?